POESIA, oggi...
Poesia , oggi: perchè?
Poesia , oggi : a quale scopo?
Sono mesi ormai che non posso e non voglio scrivere logico, soprattuto non voglio scrivere dotto e scientifico sul tema dell’ ineluttabilità del dolore dell’ esistenza umana e sulle possibili esperienze della gioia
Leggo Cancrini e Andreoli ,i miei maestri Paolo Quattrini e Lama Sogyal e...
Scrivo poetico.
Come se le parole
impilate una dietro l’ altra e non infilate in una collana,
sequenza logica di eventi e deduzioni ,
potessero arrivare ed attivare il cuore dell’ interlocutore.
Scrivo poetico.
In un giorno di cuore chiuso e sintomatico,
non solo aspettandomi risposte ,
ma sollecitando e sperando risposte vere,
oneste, sbruffate, leggere , dure e dolenti...ma vere.
Il vero ha a che fare con la creazione di una relazione.
Un tempo si diceva dia-logo,poi di-battito.
Oggi,
ha a che fare con una co-costruzione in Rete,
di metafore co-r-risposte,
metafore poetiche,
carriole ed immagini del sentire unico
che può diventare sentire con-diviso, ma non comune.
Non mi aspetto
letture critiche del mio ed altrui dire poeti-CHO,
oneste/disoneste trincee del nascondimento.
Mi aspetto risposte vere,
a nudo,
chè io possa annusare
il profumo delle parole.
Teresa Cella, aseret ,autrice e terapeuta alla ricerca di una comunic-azione in Rete
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10 commenti:
Ferita ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il profumo delle parole":
scrivo poetico perché
ho un vuoto pieno di cose
un dedalo, e un filo per trovarmi
scrivo poetico perché
ho perduto un amore
ha braccia senza corpo
nuoto nella mia vasca da bagno
verso il nulla
Grazie , Ferita,
del tuo ri-affiorare
dalle onde del perduto amore.
Aseret
LA SFIDA
Il mio nemico sei tu,
tempo.
Perché ogni giorno,
ogni or,
mi sfidi.
Anche se hai previsto tutto
se sai già tutto,
io ti sfido
in quell’unica occasione che mi hai dato:
il mio tempo.
E ti sfiderò sempre
pur sapendo di perdere.
Ti inseguirò lo stesso
lungo le tue frontiere,
i tuoi margini da orizzonti
i tuoi sentieri intricati
ed il tuo labirinto,
pur sapendo di non vincere,
pur sapendo che inseguendo te
inseguo me
la mia ombra
la mia corsa
il mio tempo stesso.
E cercherò di afferrarti,
nell’illusione di vincere,
di strapparti un attimo solo,
solo uno in più
di ciò che mi hai dato,
ma lo farò.
E lo farò sempre,
nell’unica,
sola,
grande occasione che mi dai:
il mio tempo.
Domenico Cambria
A Mimmo e sua figlia 10/06/2008
VANNO I FIGLI COL TEMPO
Vanno i figli col tempo.
Vanno
per luoghi sconosciuti impensabili
ai padri.
Vanno i figli col tempo ,
alle spalle lacrime ignote
di sentiri inevasi.
Vanno e lasciano
padri
e madri increduli
di cotanto ardire.
Vanno i figli e il tempo
resta,
aggrappato alle domande.
Teresa Cella
Ciao grazie per il tuo messaggio l'ho subito pubblicato...ti piacerebbe scrivere una poesia su un quadro che ti ispira ?complimenti per il tuo blog è veramente molto profondo!
Sì Riccardo: se invii una foto di un tuo quadro, so che potrei parlarne poeticamente.
Non conosco il linguaggio dei critici d' arte, anche se sono una gran criticona.
Attraverso il post e il blog cerco di iniziare a proporre una comunicazione poetica, di quelle che partono ed arrivano al cuore.
A Presto Teresa C/Aseret
Grande sei grande ...grazie...colto in pieno ciò che volevo esprimere....se torni sul blog....sotto ho messo la tua poesia!Molto gentile!adesso sto finendo un quadro su un treno...ti manderò quello.Scusami la curiosità ma cos'è precisamente questa associazione?sui critici...no comment
Riccardo,
scorri tutto il blog ... e troverai qualche risposta.
Siamo un' associazione che si occupa di counselling e sviluppo personale.
Spesso proponiamo l' arterapia e la teatro-terapia come metodo di ricerca e di crecita personale.
Ci occupiamo di Ciclo di Vita, ma non è serata per le spiegazioni teoriche.
I' sorry.
Ho rivisitato di corsa il tuo blog.
Prossimamente ti segnalo tra i blog amici.
Intanto ti mando mail con invito a cena.Ciao Aseret
Bene, bene, bene, bene
Appunti del giorno dopo del 12/05/08 Teresa Ter
Dopo che....
Dopo che l’ evento si creò
Il cielo si oscurò
E tutto finì in O.
Dopo che la terra si tremò
La neve s’ impasticcò,
l’ orgiata si dissolsò
Dopo che il vento ci gettò
Scompiglio nel comò,
Frugando orzata nel bidet
Il vento s’ allontanò
Dopo che la verve mi mancò,
a letto si balzò,
il guscio fracassò,
nel grembo di un falò.
Dopo che tutto questo
S’avverò
Nel totem di Totò
Decisi che sembrava
uno sfottò.
E questo,
mi rincuorò.
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